di MASSIMO DI CENTA
Almir Dzananovic, dopo la delusione dello scorso anno col Fusca, è in cerca di riscatto a Paluzza.
«Ho scelto di accettare il Paluzza – conferma – proprio perché anche qui sono in cerca di rivincite da prendere dopo l’epilogo del campionato 2023. Avevo avuto altre proposte, attentamente valutate, ma alla fine ho scelto la squadra nerazzurra, oltre che per i motivi che ho spiegato, anche perché ritengo che ci siano giovani di buona prospettiva».
Com’è stato il primo impatto con l’ambiente?
«Ottimo, detto senza retorica. Mi avevano parlato di una società non sempre presente ed invece devo dire che dal primo allenamento, il 9 marzo, ci sono sempre almeno due o tre dirigenti al campo, con un neo entrato nel consiglio, Walter Bugliani, che mi dà una grossa mano, ponendosi come punto di riferimento tra squadra e società. A farmi da secondo c’è anche un mio fedelissimo, Erik Stefani, con il quale il rapporto è consolidato. Si lavora bene e in armonia, insomma, e mi fa molto piacere che alcuni giocatori che lo scorso anno avevano trovato poco spazio si staino allenando con grande intensità».
Purtroppo, nelle prime sedute di allenamento ti sono mancati elementi importanti, è vero?
«In effetti Alessio Ortobelli, Cristiano Puntel e Giorgio Plazzotta devono ancora smaltire i postumi di lunghi infortuni. Spero di riaverli a disposizione al più presto».
Dei nuovi arrivati, cosa ci dici?
«Per Andrea Quaglia e Mauro Moro si tratta di un ritorno e non scopro di certo io il loro valore. In avanti è arrivato Gabriele Tarussio, in difesa Stefano Morocutti e a centrocampo Federico Giuliattini. Poi, altri due miei fedelissimi, come Alex e Stefano Cimenti e infine Tommaso Zearo, un ragazzo fermo da qualche stagione ma con tanta voglia di ricominciare».
Quali obiettivi ritieni ragionevole raggiungere?
«D’istinto verrebbe da dire tornare in Seconda, ma è chiaro che sappiamo non essere così semplice. Vedremo strada facendo. Abbiamo disputato delle amichevoli e ho intravisto cose buone ed altri aspetti sui quali dovrò lavorare. I ragazzi ed io dobbiamo finire di conoscerci».
La Coppa potrebbe essere una buona occasione?
«Certamente sarà un momento importante in tal senso, il che non significa però che non proveremo anche ad andare avanti».