di MASSIMO DI CENTA
Federico Faccin rischia di essere il capitano non giocatore del Cedarchis che nella finale di sabato alle 16 a Trasaghis si gioca la Supercoppa contro il Cavazzo (diretta dalle 15.50 su Radio Studio Nord). Proprio lui che lo scorso anno alzò la Coppa Carnia nell’atto conclusivo a Gemona.
«È proprio così, purtroppo – ammette con un po’ di amarezza -. Durante la preparazione ho avuto qualche problema di natura muscolare e non so se potrò essere della partita. A inizio stagione poi, meglio andare cauti».
Cosa ne pensi di questa finale come apertura della stagione?
«Per me è giusto disputarla in questo periodo. La gente, dopo tanti mesi, ha fame di calcio e credo che al “Costantini” ci sarà una cornice di pubblico importante».
E questo Cavazzo ti fa paura?
«Negli ultimi anni credo che il loro dominio sia praticamente assoluto. È una formazione esperta, piena di giocatori di qualità e soprattutto sembra non stancarsi mai di vincere, frutto di quella mentalità che ti danno le vittorie».
E il tuo “Ceda” come lo vedi?
«Dopo anni di successi, stiamo cercando di tornare sui livelli che competono alla nostra tradizione. Ci sono giovani interessanti e poi Vincenzo Radina è davvero un tecnico in grado di farci crescere. Conosce l’ambiente e sa come si deve lavorare quando si indossa la maglia giallorossa».
Dove si deciderà la partita?
«Come si dice in questi casi, in una partita secca può succedere di tutto. Analizzando il match in maniera pù razionale, diciamo che loro hanno tante di quelle individualità che possono decidere in qualsiasi momento. Noi, dal nostro canto, bisognerà puntare sul gioco di squadra e sullo spirito di sacrificio di ognuno».
Cavazzo favorito, insomma?
«Direi di sì, ma anche lo scorso anno ai quarti di Coppa era favorito e poi è andata in maniera diversa. Riproviamoci, insomma!».