Urbani (Stella Azzurra): «Il Carnico deve essere soprattutto divertimento»

di MASSIMO DI CENTA

La retrocessione al termine dell’ultimo campionato non ha raffreddato l’entusiasmo in casa della Stella Azzurra. Il presidente Denis Urbani, insomma è pronto a ripartire. Ma con quali prospettive?
«Personalmente non mi pongo limiti – risponde -, perché interpreto il mio ruolo di presidente non in base ai risultati ma a quello che si riesce a fare in termini di coinvolgimento e aggregazione. E l’esperienza vissuta con il settore giovanile è stato per me il risultato più bello».

Spiegaci meglio.
«Abbiamo fatto la festa per i nostri ragazzi i primi di novembre e c’erano tantissime famiglie ad accompagnare i loro ragazzi. Eravamo oltre duecento persone. Ecco, l’indotto che siamo riusciti a creare con i ragazzi e i loro genitori è la nostra grande ricchezza. Quel giorno ho capito che ci sono vittorie che vanno oltre le classifiche».

Tornando alla prima squadra, ci ha colpito un post che è stato pubblicato sulla pagina social della tua società al termine della scorsa stagione, nel quale c’era scritto di non poter competere a certi livelli. Cosa intendevate dire?
«Che attualmente la nostra dimensione è questa. Non siamo in grado di poter allestire una squadra altamente competitiva. Il Carnico di questi tempi ha perso alcuni valori peculiari. Sia chiaro, io non critico nessuno, semplicemente dico che per me il nostro campionato deve restare entro certi limiti. Nell’ultimo incontro fra società, per esempio, fulcro della discussione è stata la finestra di mercato. Ritengo, invece, che il Carnico debba risolvere problemi ben più importanti. Non ne faccio una questione morale, torno a ribadire, ma un principio che deve essere in linea con quello che rimane il nostro torneo».

E quindi quali sono i programmi per la prossima stagione?
«Innanzi tutto cercheremo di mantenere il blocco dell’ultimo campionato. E su quello inserire alcuni elementi della juniores e un paio di giocatori del posto che siano in linea con la nostra filosofia, cioè giocare soprattutto per divertirsi. Quando assieme al mio gruppo, 8 anni fa, ho preso in mano la società, siamo cresciuti lentamente fino al doppio salto che in due anni ci ha portato dalla Terza alla Prima, forse con un po’ di anticipo rispetto a quelle che erano le nostre previsioni. Può essere che abbiamo fatto il passo più lungo della gamba».

Fabio Cossettini è riconfermato in panchina?
«Nella maniera più assoluta e per due motivi: la riconoscenza che gli dobbiamo quando lo abbaimo chiamato alla guida della squadra a metà torneo e poi perché abbiamo fiducia in lui, sia come tecnico che come uomo. Persona davvero di grande spessore».

Come definiresti oggi Denis Urbani?
«Un presidente felice anche se non vince. Finché porterò avanti i miei principi mi considererò sempre un vincente!».

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