Il Delegato LND di Tolmezzo Maurizio Plazzotta ci ha inviato le sue considerazioni in relazione alla vicenda Tarvisio-Real, che volentieri proponiamo.
L’amico Stefano Mecchia, affrontando una recente vicenda che ha sconquassato il mondo del Carnico (cagionando, come grave effetto collaterale per il nostro movimento, la fuoruscita di una grande persona che risponde al nome del dott. Mauro Cacitti, cui vanno i più sentiti ringraziamenti per l’opera svolta), invoca un intervento da parte della FIGC-LND volto a “riportare alla giusta dimensione il nostro Campionato Carnico salvandone storia e tradizione”.
Raccolgo volentieri l’invito, ma debbo preliminarmente precisare che nutro profondo rispetto per l’autonomia della Giustizia sportiva e, conseguentemente, reputo necessario astenermi dal commentare il contenuto delle singole deliberazioni adottate.
Certo è che né la Delegazione di Tolmezzo né il Comitato Regionale sono rimasti indifferenti, insensibili ed inerti rispetto alla vicenda in esame.
Il Presidente Regionale Ermes Canciani, facendosi carico dei malumori, la scorsa settimana ha anche ritenuto opportuno scrivere una “lettera di sensibilizzazione” al Presidente della FIGC, dott. Gravina (nonchè al dott. Abete, per conoscenza), nell’interesse delle Società, definite “vero motore dello sport dilettantistico”, anche ponendo l’accento su “gli sforzi che quotidianamente tutte le realtà sportive affrontano”.
Nella missiva (corredata da copia degli atti) veniva ripercorso l’iter processuale, veniva sottolineata la peculiarità della vicenda e venivano rimarcate le ripercussioni che ne sono derivate, con l’auspicio “che, nell’ottica di preservare i valori sani dello sport e di garantire i principi di giustizia contro ogni forma di condotta che abbia un rilievo disciplinare, si possano limitare le situazioni che si prestano ad alimentare polemiche e disaffezione verso il sistema”.
Segnalo, poi, che il Presidente Canciani mi ha già manifestato la propria disponibilità a partecipare ad un incontro che si intende organizzare (coinvolgendo i vertici della Sezione AIA di Tolmezzo e dell’AIAC Carnica) per affrontare proprio queste tematiche con l’intento di rinsaldarci attorno ai valori che ci contraddistinguono portando una maggiore serenità nel nostro Campionato (o, utilizzando l’espressione di Stefano, con l’obiettivo di “riscoprire il fascino autentico del gioco del calcio”).
A mio avviso, ferma l’innegabile opportunità che le norme vengano applicate rispettando la legalità ma tenendo in debito conto la particolarità del contesto ed utilizzando moderazione e buon senso (“cum grano salis”, direbbero i latini), due sono i profili che andrebbero sviscerati con particolare attenzione:
– l’educazione ed il rispetto (nel rapporto con gli arbitri, tra avversari, da parte dei tifosi…), che non sempre sono elementi caratterizzanti le nostre partite (sarebbe bello che il “terzo tempo” servisse sempre e solo a rafforzare rapporti già cordiali e non, come talvolta accade, a sanare delle fratture);
– la costante presenza dei “media” ed il rilievo assunto dai “social” che, se da un lato danno lustro al “bello” di cui andiamo giustamente fieri, dall’altro, inevitabilmente, amplificano gli aspetti negativi (una volta era più semplice fare in modo che dei comportamenti oggettivamente censurabili non assumessero un rilievo spropositato); né può tacersi che i “social” sono anche divenuti causa di ulteriori problematiche connesse al “post partita virtuale” (i commenti di un tempo “al bar” non avevano strascico alcuno mentre oggi una parola di troppo inserita sui “social” può originare un procedimento disciplinare, se non addirittura conseguenze di carattere penale).
Trattasi di argomenti in qualche misura affrontati anche nei recenti incontri di vallata (apprezzata in tali occasioni la presenza del Presidente dell’AIA di Tolmezzo, Fabrizio Marchetti, prontamente disponibile a raccogliere il nostro invito) in cui mi pare sia emersa una consapevolezza, da parte di tutte le Società, della necessità di attivarsi, ognuno nei propri ruoli e secondo le proprie possibilità, per giungere ad una “sdrammatizzazione” dell’evento sportivo (anche, ed in particolar modo, in riferimento alle gare del settore giovanile) a tutto vantaggio della “funzione sociale” che rappresenta (e dovrà sempre rappresentare) il nostro vero, grande obiettivo.
Evidenzio come, a livello di Delegazione, più volte abbiamo sottolineato l’importanza di acquisire la “cultura della sconfitta” ed a tal proposito voglio concludere questo mio intervento ricordando una frase, attribuita a Franz Beckenbauer, che vorrei fosse interiorizzata da ciascuno di noi (nel calcio come nella vita): “Che tu vinca o che tu perda, porta sempre a casa una cosa: la dignità”.
Buon Carnico a tutti!
MAURIZIO PLAZZOTTA