Loris Rassati (Ampezzo): «Voglio giocatori universali e pronti a migliorarsi»

di MASSIMO DI CENTA

Toh, chi si rivede! Loris Rassati torna su una panchina del Carnico, esattamente quella dell’Ampezzo, con l’intenzione di portare le sue idee e il suo modo di intendere il calcio in un movimento verso il quale spesso è stato critico ma ha sempre seguito da vicino.
«È proprio così – ci dice – sono sempre molto interessato al Carnico e la mia passione per questo campionato non muore mai. Ho accettato la proposta dell’ Ampezzo perché so che è una piazza storicamente importante ed ha un buon gruppo di giovani che mi permetterà di lavora come voglio io».

E quale sarebbe il tuo modo di lavorare?

«Vorrei cambiare un pochino la mentalità, certi luoghi comuni, abitudini che non aiutano a crescere. Curerò molto l’aspetto tattico, provando a formare giocatori universali che sappiano interpretare più ruoli e più situazioni. Mi piacerebbe che i miei giocatori sapessero difendere ed attaccare, non li voglio assolutamente incastrati in un ruolo definito. Ma soprattutto mi piacerebbe che ognuno ci metta tanta voglia di migliorarsi».

Un progetto difficile, speri di riuscirci?

«Ci proverò con tutte le mie forze, anche se so che non sarà semplice, perché con poche sedute di allenamento non si riesce a fare tutto quello che si ha in mente. Nella mia vita calcistica credo di aver accumulato una discreta esperienza. Mi piacerebbe metterla a disposizione dei giovani, lasciare un segno di me nel lavoro che faccio».

Che Ampezzo sarà il tuo?

«Cercherà di scoprire le qualità, i pregi e difetti dei miei giocatori nel corso della preparazione, puntando a tirare fuori il meglio da ognuno di loro. La base mi sembra buona, l’ambiente è entusiasta e la società ha cercato di accontentarmi. A dire il vero mi servirebbe un’altra punta centrale, ma intanto si fa con quello che c’è».

Hai un modulo di riferimento?

«Parlare di moduli a questi livelli può far sorridere, ma io dico che uno schema, un qualcosa sul quale lavorare ci deve essere. Di base mi piace il 4-2-3-1, in fase di possesso, che può diventare un 4-4-2 in fase difensiva. Insisterò su questi concetti, senza però esserne schiavo».

Obiettivi per la stagione?

«Vista la qualità della Seconda Categoria, quest’anno, intanto si parte per la salvezza, poi quello che arriva va benissimo. Ma il mio primo obiettivo personale resta quello di vedere la squadra fare, in campo, quello che chiedo. Questo vorrebbe dire che si è lavorato bene».

 

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